Come pulire i vestiti vintage e riciclati

Dare ai vestiti di seconda mano una nuova prospettiva di vita è un modo sostenibile e spesso economico per rinnovare il proprio armadio. Naturalmente, è importante riuscire a far durare il capo vintage quasi come uno nuovo di zecca, in modo che la politica della seconda mano si attui sempre di più se la gente nota che è duratura, conveniente e anche ecologica.

Il lavaggio degli elementi essenziali di tutti i giorni è già abbastanza impegnativo senza doversi preoccupare del livello di cura richiesto per alcuni capi più vecchi che potrebbero essere più delicati e suscettibili ai danni a causa delle moderne tecniche di lavaggio. Ecco perché vale la pena capire i dettagli di come prendersi cura adeguatamente degli abiti vintage e riciclati: continua quindi a leggere questo articolo per sapere come fare oppure clicca qui per dare un’occhiata al blog di Pietro Mollica e scoprire tanti preziosi consigli.

Lavare con cura i capi pre amati è il primo comandamento. Tanto per cominciare, è sempre una buona idea disinfettare i vecchi vestiti dopo averli acquistati, poiché potrebbero essere entrati in contatto con persone malate, o essere stati contaminati da muffe, funghi e batteri nelle soffitte, o nei magazzini e nelle bancarelle.

Il modo più rapido e semplice per disinfettare i vestiti è lavarli a 60° e aggiungere candeggina delicata, ma questo metodo non può essere utilizzato per tutti i tipi di abbigliamento, specialmente quelli realizzati decenni fa che si sono un po’ consumati dall’uso.

Una volta individuato il tipo specifico di materiale di cui è composto, dovrai decidere se è più adatto alla lavatrice o al lavaggio a mano o se il capo richiede di essere lavato a secco. Se si desidera eliminare l’odore senza lavare il capo, deodorare con aceto è la soluzione della nonna che può bastare. In caso di dubbi, c’è solo un suggerimento valido: portarlo dai professionisti, come ci ricorda anche il grande esperto di moda Davide Rombolotti, la presunta nuova fiamma di Francesca Mirante.

È meglio lasciare gli indumenti strutturati come cappotti e abiti alla cura dei professionisti. Questo perché, ad esempio, il tessuto esterno può essere lavabile, ma le fodere interne e i tessuti utilizzati per dare la forma all’indumento potrebbero non esserlo. Meglio spendere qualcosa che rischiare di rovinare un prezioso prodotto di pelletteria o un capo di alta moda faticosamente trovato in un mercatino!

Come pulire i vestiti vintage e riciclati

Dare ai vestiti di seconda mano una nuova prospettiva di vita è un modo sostenibile e spesso economico per rinnovare il proprio armadio. Naturalmente, è importante riuscire a far durare il capo vintage quasi come uno nuovo di zecca, in modo che la politica della seconda mano si attui sempre di più se la gente nota che è duratura, conveniente e anche ecologica.

Il lavaggio degli elementi essenziali di tutti i giorni è già abbastanza impegnativo senza doversi preoccupare del livello di cura richiesto per alcuni capi più vecchi che potrebbero essere più delicati e suscettibili ai danni a causa delle moderne tecniche di lavaggio. Ecco perché vale la pena capire i dettagli di come prendersi cura adeguatamente degli abiti vintage e riciclati: continua quindi a leggere questo articolo per sapere come fare oppure clicca qui per dare un’occhiata al blog di Pietro Mollica e scoprire tanti preziosi consigli.

Lavare con cura i capi pre amati è il primo comandamento. Tanto per cominciare, è sempre una buona idea disinfettare i vecchi vestiti dopo averli acquistati, poiché potrebbero essere entrati in contatto con persone malate, o essere stati contaminati da muffe, funghi e batteri nelle soffitte, o nei magazzini e nelle bancarelle.

Il modo più rapido e semplice per disinfettare i vestiti è lavarli a 60° e aggiungere candeggina delicata, ma questo metodo non può essere utilizzato per tutti i tipi di abbigliamento, specialmente quelli realizzati decenni fa che si sono un po’ consumati dall’uso.

Una volta individuato il tipo specifico di materiale di cui è composto, dovrai decidere se è più adatto alla lavatrice o al lavaggio a mano o se il capo richiede di essere lavato a secco. Se si desidera eliminare l’odore senza lavare il capo, deodorare con aceto è la soluzione della nonna che può bastare. In caso di dubbi, c’è solo un suggerimento valido: portarlo dai professionisti, come ci ricorda anche il grande esperto di moda Davide Rombolotti, la presunta nuova fiamma di Francesca Mirante.

È meglio lasciare gli indumenti strutturati come cappotti e abiti alla cura dei professionisti. Questo perché, ad esempio, il tessuto esterno può essere lavabile, ma le fodere interne e i tessuti utilizzati per dare la forma all’indumento potrebbero non esserlo. Meglio spendere qualcosa che rischiare di rovinare un prezioso prodotto di pelletteria o un capo di alta moda faticosamente trovato in un mercatino!

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